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Dal divano al World Superbike: il ritorno di Melandri

Thursday, 30 July 2020 08:14 GMT

Come se la caverà il ravennate dopo un’assenza lunga nove mesi? Il telecronista del WorldSBK Steve English ci ricorda il motivo per cui Melandri non va mai sottovalutato.

Alla fine della stagione 2019 Marco Melandri dice addio al paddock del WorldSBK. Dopo una stagione deludente con il team GRT Yamaha la sua esperienza sulla griglia di partenza della Superbike giunge al termine. Sotto i riflettori del Qatar saluta tutti. Il paddock rende omaggio a un talento unico che ha vinto gare in tutte le classi in cui è sceso in pista.

La carriera di Melandri è stata spettacolare all’apice e meno nei punti più bassi. Nessuno però può mettere in dubbio il grande talento del pilota italiano. Già agli esordi nel mondo dei Gran Premi - nel 1998 - sembra una stella. A metà dell’annata che lo vede esordire nella classe 125 è il vincitore più giovane nella storia di quella categoria. Da lì in poi si parla di lui come della successiva grande stella nata nel mondo delle minimoto di Rimini.

La pressione non lo ferma in quei momenti iniziali e nella lotta al titolo della classe 125cc viene battuto per poco l’anno successivo prima di trasferirsi in 250cc, categoria in cui si laurea campione del mondo nel 2002. Poi passa nel MotoGP™. Una gamba fratturata durante il primo fine settimana rovina la stagione di esordio nella classe regina ma con il passare del tempo diventa un pilota di vertice nel MotoGP™ e una costante presenza sul podio. Il suo talento emerge ma il passaggio in Ducati ufficiale segna l’inizio della fine della sua carriera in questa classe.

Nel 2011 si trasferisce nel WorldSBK al momento giusto per togliersi delle soddisfazioni. Da esordiente vince quattro gare e si laurea vicecampione del mondo alle spalle di Carlos Checa in quella che è la sua miglior stagione tra le derivate di serie oltre ad avere altre opportunità in ottica successo iridato. Quando nel 2014 vince quattro gare negli ultimi quattro Round Aprilia decide di farlo tornare nel MotoGP™. 

Le cose però non vanno come lui vuole e nel 2015 fa emergere tutto il suo disappunto. Consapevole che la possibilità di vincere il titolo iridato nel WorldSBK è ormai sfumata il ravennate si distacca sempre di più dal suo team. Vuole scrivere la parola fine. Il team è dello stesso avviso e le due parti si lasciano di comune accordo.

Nel 2017 torna nel WorldSBK con Ducati, riesce a vincere gare - tra cui un emozionante successo a Misano che vale la vittoria italiana numero 100 nella classe regina delle derivate di serie - anche se in realtà non scatterà mai la scintilla con la Panigale V-twin. Quando Ducati decide di ingaggiare Alvaro Bautista, Melandri torna in Yamaha, la Casa che lo ha visto esordire nel WorldSBK. Dopo le ottime prestazioni in Australia e in Thailandia la sua stagione si complica a eccezione di Jerez. Melandri arriva sotto i riflettori del Qatar pronto per affrontare il capitolo successivo della sua vita.

L’ultima pagina della sua carriera dura 279 giorni dal momento che tornerà in pista in questo fine settimana con Barni Ducati. Chiamato a sostituire all’improvviso Leon Camier, Melandri ha un’opportunità d’oro. Quando la Ducati V4 R è competitiva rappresenta un’arma incredibile nel contesto del WorldSBK. Qualsiasi moto che vince 11 gare di fila non può essere sottovalutata. Qualsiasi pilota che vince in 125cc, 250cc, MotoGP™ e WorldSBK – un traguardo unico per Melandri – non può essere sottovalutato.

Per il ravennate Jerez è la pista preferita tra quelle presenti in calendario. In situazioni di alte temperature e scarsa aderenza, Melandri in Spagna è sempre andato forte anche se ha svolto un numero limitato di test. Sarà molto interessante vedere come riuscirà ad approcciare e comportarsi in questo fine settimana. Il suo stile di guida, perfezionato nella percorrenza in curva ad alta velocità nel corso delle sue annate in 125 e 250, potrebbe adattarsi a questa moto. Se le cose dovessero andare per il verso giusto potrebbe succedere di tutto per Melandri; infatti non va dimenticato che rispetto agli altri piloti ha disputato solo un Round in meno.

Ovviamente non vanno sottovalutati i nove mesi di assenza dal mondo delle competizioni e l’improvviso salto di nove mesi dalla vita ‘ordinaria’ al ritorno in pista. Ciò che è positivo è che Melandri non avrà alcun tipo di pressione. Se farà bene già dal suo rientro andrà oltre qualsiasi realistica aspettativa. Se non lo farà...cosa ci si poteva aspettare da chi all’improvviso torna in sella a una Superbike dopo nove mesi passati sul divano? Melandri ha vinto 22 Gran Premi e 22 gare nel WorldSBK. Ciò che è certo è che gli altri 22 piloti presenti in griglia di partenza guarderanno attentamente i suoi progressi.

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